
San Paolo Apostolo
STORIA DELLA CHIESA PRIMAZIALE DI SAN PAOLO APOSTOLO
Fase greca e punica
Secondo storici greci e romani Olbia sarebbe stata fondata, in un nebuloso passato, da greci guidati da Iolao, figura mitica assimilabile a Ercole.
Solo da pochi anni il sottosuolo di Olbia ha restituito pochi frammenti di ceramica greca di VII e VI sec. a.C. che fanno sospettare una qualche realtà sottostante al racconto mitico.
Alcuni di questi reperti provengono dall'area di San Paolo ove, non a caso, fin dall’epoca dell’edificazione della città cartaginese nel IV sec a.C., sorse il santuario principale dedicato a Melgart, dio fenicio e corrispondente proprio a Ercole greco e romano, quale civilizzatore dell’occidente e protettore degli avamposti urbani lì sorti come appunto Olbia.
Fase romana
Sotto il dominio romano il santuario fu ingrandito e recintato, potenziato con cisterne, accesso monumentale con gradini e colonne ecc.
Si realizzarono altresì, mediante calchi, fedeli copie della statua di culto di Ercole una delle quali, avviata oltremare, è stata rinvenuta nel golfo di Olbia.
Gli scavi del 1994 nella piazzetta hanno restituito parte di una struttura templare di fine I sec A.C.
Nella tarda età imperiale e nell'alto Medioevo la struttura culturale, dedicata forse già all’apostolo evangelizzatore dell'Occidente (quasi un continuatore cristiano di Melqart - Ercole), sorgeva probabilmente sotto le attuali chiese di S. Croce e di S. Paolo.
La Chiesa di San Paolo
Notizie della Chiesa di San Paolo si hanno a partire dal 1455, non se ne conosce però l’originaria consistenza e la precisa ubicazione, è possibile che l’attuale edificio, il cui nucleo risale al 1747, sia stato realizzato nel sito della precedente chiesa come confermerebbero i documenti conservati nell’archivio parrocchiale, riguardanti i battesimi ed i matrimoni officiati in San Paolo sin dal XVII sec.
Elementi distintivi
Dal 1938 al 1943 furono eseguite le opere di ampliamento: fu allungata la chiesa e realizzato il transetto. Fu inoltre realizzata l'iconica cupola policroma.
Quest’ultima fu progettata e disegnata dal geometra Angelo Secchi, nonno paterno di Angelo.
I colori vivaci e l'eleganza architettonica della cupola, data dalla presenza di maioliche variopinte, hanno reso la Chiesa di San Paolo un edificio simbolico della città di Olbia, e la rendono visibile anche da lontano nonché facilmente raggiungibile dai visitatori.
Durante questo ultimo intervento di metà novecento fu demolita gran parte dall’originaria chiesa di S. Croce e trasformata in una sala parrocchiale; contestualmente fu occupato lo spazio che la separava dalla parrocchiale di San Paolo con due vani sovrapposti.
Nel 1995 si è concluso l'intervento di restauro realizzato dal Comune di Olbia con finanziamento della R.A.S. Ass.to al Turismo e della C.E.E.
Interno barocco e opere d'arte
L'interno della Chiesa, decorato in stile barocco, è stato affrescato dal pittore Alberto Sanna negli anni Sessanta.
Tra le sue opere si trovano la "Resurrezione e angeli musicanti" nell'abside, la "Via Crucis" nelle pareti laterali e l'illustrazione dei "Sacramenti" nell'intradosso della cupola.
L'altare maggiore e la balaustra in marmo policromo, il coro e il pulpito ligneo in stile veneziano, così come le due statue settecentesche in legno dedicate al Sacro Cuore e a San Francesco, arricchiscono ulteriormente l’interno della chiesa.
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Tesori nascosti
Oltre la cupola, molto fotografata, la Parrocchia di San Paolo custodisce oggetti d'arte di grande valore nella sacrestia.
Tra questi, un'aureola e dei sandali dell'Assunta risalenti al Seicento, realizzati in argento, attirano particolarmente l’attenzione dei visitatori.
Questi oggetti rappresentano testimonianze tangibili della storia e della devozione religiosa della comunità locale.